Lupo cattivo? Intervista a Matteo Carletti
Il lupo cattivo?
Esiste solo nelle favole.
Come racconta oggi sulla Gazzetta di Modena il biologo Matteo Carletti, profondo conoscitore della materia a cui ha dedicato diversi anni di attività professionale, questa specie, emblema della natura più selvaggia, che ha fatto da alcuni decenni il suo ritorno in Appennino dove oggi è presente con una popolazione stabile, non è assolutamente pericolosa per l’uomo, men che meno per turisti ed escursionisti che si trovino a percorrere i boschi dove il lupo abita.
Il ritorno del lupo costituisce invece il recupero di un prezioso tassello di biodiversità dei nostri boschi e una risorsa faunistica in più da poter valorizzare.
Per conoscere meglio le abitudini, la storia e la biologia di questo stupefacente mammifero, del quale molti di noi hanno una “copia domestica” nelle proprie abitazioni, La via dei monti offre un nutrito programma di pacchetti di educazione ambientale rivolti ai bambini e ragazzi delle scuole dalle elementari alle superiori, nonché diversi appuntamenti dedicati al lupo all’interno del programma di escursioni Camminappennino 2015, fra le quali vi segnalo le escursioni notturne con dimostrazione di wolf howling “ululati nella notte“.
Il wolf howling, o ululato indotto, è una delle cosiddette “tecniche indirette” che permettono di studiare il lupo e monitorarne le locali popolazioni mediante l’interpretazione dei segni di presenza.
Nello specifico la tecnica dell’ululato indotto sfrutta la tendenza del lupo a rispondere ad ululati emessi da altri soggetti.
L’ululato è infatti per il lupo sia un mezzo di marcatura territoriale, sia un modo di comunicare fra membri di uno stesso branco.
Emettendo quindi un ululato pre registrato i ricercatori sono in grado di localizzare i nuclei familiari ed avere preziose informazioni sul successo riproduttivo dei branchi.
Una curiosità: l’orecchio di un lupo è capace di percepire le frequenze di un ululato a circa 9 Km di distanza in ambiente montuoso e ben 17 Km in ambiente di pianura.
Leggi l’intervista a Matteo Carletti sulla Gazzetta di Modena